mercoledì 8 ottobre 2014

Il Decreto Valore Cultura agevola davvero la musica dal vivo? Le critiche di Siddi e Forcione

Accolgo volentieri sul mio blog un articolo a firma di Massimo Siddi* e Silvio Forcione** che cerca di spiegare perché – dal punto di vista dei due autori – "la norma che consente lo svolgimento di manifestazioni di spettacolo entro la mezzanotte e per un massimo di 200 persone attraverso la semplice presentazione di una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), non può funzionare, non aiuta i musicisti e non cambia lo stato delle cose."


photo Belisa Giorgis; license CC by 2.0; details HERE
Premessa: ho conosciuto Massimo attraverso alcuni forum internet (principalmente su Facebook) che frequentiamo entrambi e in cui si discute di problematiche connesse alla SIAE e in generale agli adempimenti burocratici per la musica e per lo spettacolo. L'anno scorso, anche in commento ad alcuni miei articoli dedicati al cosiddetto "Decreto Valore Cultura" del Ministro Bray (si veda ad esempio questo articolo su MySolutionPost e questa puntata della mia rubrica su Rockit), Massimo ha sempre sollevato alcune questioni sottili quanto opportune, che possono essere rilevate solo da chi, gestendo un locale pubblico, è costantemente attivo nell'organizzazione di eventi e spettacoli. Visto l'interesse che generavano i suoi commenti e i suoi post, ho chiesto a Massimo di produrre un vero e proprio articolo in cui presentare organicamente le sue critiche. Nei giorni scorsi mi ha risposto che ci stava lavorando a quattro mani con un altro collega (Silvio appunto) e poco dopo mi ha inviato questo testo, che pubblico con piacere e che spero possa risultare di stimolo per ulteriori riflessioni e approfondimenti. L'articolo ovviamente rispecchia l'opinione dei due autori.


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Live in Valore Cultura, perché non funziona

Una cosa va detta da subito: chiunque voglia occuparsi di “musica dal vivo” e più in generale di spettacolo e intrattenimento in tutte le sue forme, e lo faccia con l'intento di svilupparlo, di renderlo di facile fruizione, farlo “trovare ad ogni angolo di strada”, fa una cosa buona e giusta. Va aiutato e sostenuto.
Facendolo però,  dovrebbe tenere conto che la questione non è quella di fare una legge tanto per farla o per ritagliarsi l’aureola di “innovatori e o valorizzatori“ ma quella di avere il coraggio di cambiare totalmente l'approccio dato fin d’ora all’argomento musica live.
Il modello di riferimento sin qui utilizzato – a nostro avviso – è fallimentare e dovrebbe  essere rivoluzionato completamente.  Solo “aggredendo” la questione da più punti di osservazione è possibile stabilire il diritto, i principi, il bene comune e soprattutto la pari dignità e un futuro a coloro a cui quella norma è rivolta.
Cercheremo quindi di spiegare perché la norma che consente lo svolgimento di manifestazioni di spettacolo entro la mezzanotte e per un massimo di 200 persone attraverso la semplice presentazione di una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), non può funzionare, non aiuta i musicisti e non cambia lo stato delle cose.
La norma sotto la lente d’ingrandimento è una semplice piccola aggiunta all'art. 68 del TULPS, che recita:

Per eventi fino ad un massimo di 200 partecipanti e che si svolgono entro le ore 24 del giorno di inizio, la licenza è sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attività di cui all'articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, presentata allo sportello unico per le attività produttive o ufficio analogo.
Ebbene, per comprendere l’inutilità quasi totale della stessa occorre chiarire cosa sono dal punto di vista amministrativo i locali di spettacolo e trattenimento, rispetto alle altre attività già regolamentate con l’istituzione SCIA.
I locali di spettacolo per ricevere la licenza devono sottoporre il progetto del locale al vaglio di una Commissione comunale o prefettizia, lo stesso deve rispondere a precise prescrizioni di carattere strutturale, impiantistico, di prevenzione incendi e igienico sanitario (art. 80 Tulps).
Dopo l’esame progetto se il locale ha capienza superiore a 200 persone, a lavori ultimati dovrà svolgersi il sopralluogo della commissione che sul posto valuta la conformità del locale al progetto e rilascia parere ai sensi dell’articolo 80 del Tulps. Se il locale ha capienza inferiore, la verifica della Commissione può essere svolta da tecnico abilitato che ne certifica la corrispondenza al progetto approvato dalla Commissione stessa. Solo dopo questo iter, un'attività può chiedere ed ottenere licenza per lo svolgimento di spettacoli e trattenimenti.
All’emanazione del provvedimento e in seguito alla comunicazione della notizia questa disposizione ha suscitato parecchie discussioni; non si comprendeva infatti se il provvedimento fosse rivolto alla totalità delle attività che promuovono musica o se tale facoltà fosse rivolta solo ai locali in possesso del verbale con parere favorevole della Commissione di Vigilanza, cioè ai locali di spettacolo e di intrattenimento autorizzati ai sensi degli artt 68 e 80 tulps.
Ricordiamo al lettore che l’istituzione della SCIA permette alle imprese del commercio di avviare l’attività immediatamente dopo la presentazione al protocollo degli uffici comunali o a ricevimento dell’accettazione e della consegna all’indirizzo di posta elettronica certificata del SUAP.
Chi ha introdotto la disposizione in commento non era a conoscenza della normativa di merito e non si è reso conto dell’anomalia che aveva introdotto. Provate a pensare quanto si possa essere discusso sulla fattibilità di tale disposto nelle varie commissioni di vigilanza di tutti i comuni d’Italia.
Così è che l’ANCI ha inviato la richiesta di chiarimento al ministero ottenendo la conferma che la disposizione valeva solo per i locali in possesso dei requisiti ai sensi dell’articolo 80 TULPS (si legga il parere del ministero).
Chiarito l’aspetto amministrativo che consente l’utilizzo di questa SCIA solo per gli eventi organizzati in locali già autorizzati con licenza ai sensi degli artt.  68 e 80 Tulps, qualcuno è in grado di spiegarci il vantaggio che la musica live ha avuto da questo provvedimento? Nessun vantaggio.
Cosa abbia portato a pensare che ci potesse essere una sorta di primavera culturale sugli eventi musicali in Italia con la nascita di migliaia di locali, non ci è dato sapere perché appariva chiaro fin da subito che così non poteva essere.
Non ci sarà quindi quell’esplosione di eventi Live in tutta Italia così come auspicato da chi ha promosso con tanta enfasi questa semplificazione. Trasformare un normale Pub, Birreria o altro Pubblico Esercizio con attività non prevalente nello spettacolo per regolarizzarlo, non è conveniente. Parliamo di investimenti ingentissimi e di radicali cambiamenti fiscali che pregiudicherebbero quell’impresa come di fatto già succede alla maggior parte dei “locali in regola”.
L’alba del Live è lunga a venire in Italia, atti come quello in commento evidenziano la totale incapacità, incompetenza e mancanza di coraggio di chi oggi legifera, forse portato più ad ottenere un immediato consenso e lasciando le cose come stanno.
E’ come curare una polmonite con le pastiglie per il mal di gola.
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* Massimo Siddi: DJ, Speaker, creativo della comunicazione radiofonica e dell'intrattenimento. Professionalmente nasce così e poi, ancora giovanissimo diventa proprietario e gestore di locali di pubblico spettacolo (discoteche), mestiere che svolgerà per quasi vent'anni. Oggi, gestisce una sua web radio con la quale cerca di creare un suo personale format.

** Silvio Forcione: Rappresentante di categoria per associazione imprenditoriale, membro di commissione di vigilanza dal 1995.

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