Il portale sulla musica Noisey.vice.com ha pubblicato un'approfondita intervista a Davide D'Atri, fondatore (assieme Francesco Danieli) di Soundreef, cioè la collecting society innovativa che, pur basata legalmente in Regno Unito, sta progressivamente insidiando il ruolo "monopolista" della SIAE.
D'Atri spiega quali sono i tre principi cardine su cui vuole fondarsi l'attività della sua azienda.
Vedi altri post di questo blog dedicati a Soundreef e soprattutto il testo dell'ordinanza del caso Soundreef vs SIAE (Tribunale di Milano, settembre 2014).
D'Atri spiega quali sono i tre principi cardine su cui vuole fondarsi l'attività della sua azienda.
1) Trasparenza. Gli artisti devono sapere dove e come la loro musica viene suonata, e questo è un discorso tecnologico. Il legale non c’entra niente, le leggi non c’entrano niente, sono fumo negli occhi. Questa è una questione di tecnologia. Si tratta di ricostruire un’infrastruttura tecnologica che rimetta la musica in mano agli artisti. Cioè, se tu vai su Soundreef puoi vedere se la tua musica è stata passata a Stoccolma o a Roma o in Spagna, ogni due passaggi prendi tre centesimi. Questo non avviene nelle collecting society normali.
2) Rapidità dei pagamenti. Se io raccolgo oggi, entro novanta giorni ti devo pagare. Lo standard del mercato è che io raccolgo oggi, per il mercato nazionale te li dò entro ventiquattr’ore, per l’internazionale te li dò entro trentasei mesi. Cioè, è assurdo. È come se tu scrivessi questo articolo oggi e ti pagassero tra trentasei mesi. Per quanto ci riguarda è inaccettabile.
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3) Divisione analitica dei pagamenti. Perché tante volte si sente dire “noi dividiamo in maniera forfettaria”. Significa che se io raccolgo duemila euro, io questi duemila euro non li divido secondo ciò che è stato effettivamente suonato, ma li divido secondo i criteri che il mio Consiglio d’Amministrazione ha deciso. Quindi non viene pagato ciò che viene effettivamente suonato, ma ciò che è stato stabilito da alcuni dirigenti! Che secondo noi è inaccettabile. La tecnologia permette di individuare qualsiasi passaggio musicale su praticamente il 99 percento delle utilizzazioni, quindi è nostro compito pagare strettamente solo quello che viene passato. Ogni passaggio, un pagamento. [...]Leggi l'intera intervista all'indirizzo http://noisey.vice.com/it/blog/intervista-soundreef.
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