sabato 25 ottobre 2014

Inchiesta SIAE: l'ente viene interpellato e non risponde

Nelle scorse settimane Stefania Andreotti ha curato per il sito www.ferraraitalia.it un'inchiesta dedicata alla SIAE e in generale al problema della gestione collettiva dei diritti d'autore in Italia. L'inchiesta si intitola "Siae: c'è chi dice no" ed è strutturata in cinque tappe. Come purtroppo era prevedibile l'ultima puntata dell'inchiesta, basata su un'intervista rivolta a SIAE proprio nel rispetto del diritto di replica, è rimasta senza risposta; ancora una volta SIAE ha perso una buona occasione per contribuire a un dibattito che la riguarda direttamente e di partecipare ad un'inizitiava di informazione e approfondimento condotta con toni equilibrati e con stile davvero giornalistico.

Riportiamo proprio il testo di questa ultima puntata in cui compaiono solo le domande (pubblicata venerdì 24 ottobre). Di seguito trovate anche i link a tutte le cinque puntate (tutte rilasciate sotto licenza CC BY-SA).
1- Dagger Moth, un’artista ferrarese che ha revocato l’iscrizione alla Siae
2- Andrea Caovini, musicista e attivista per la tutela della musica originale
3- L’avvocato Aliprandi: “Troppa burocrazia, poca trasparenza”
4- Patamu, il sito dove si possono depositare le opere d’arte e di ingegno
5- Siae: c’è chi dice no. Tanti interrogativi, un fragoroso silenzio

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Oggi avremmo voluto dare alla Siae il diritto di replica. L’abbiamo contattata via mail attraverso il suo ufficio stampa di Roma fin dal 6 ottobre. Da allora, nonostante ripetute telefonate di sollecito, non è arrivata nessuna risposta. Ci è stato detto che se avessero inteso replicare, ci avrebbero chiamato loro. Immaginiamo i numerosi impegni che vedono coinvolti i funzionari, quindi ci auguriamo che prima o poi qualcuno trovi il tempo di rispondere alle nostre domande, visto che sono quelle che molti dei loro iscritti, ex iscritti, o comuni cittadini vorrebbero rivolgergli.
Trattandosi, come specificato nel primo articolo dello statuto, di un ‘ente pubblico economico’, questo status comporta il dovere di trasparenza nei confronti della comunità.
Qualora ricevessimo una replica saremo ben felici di pubblicarla.

Queste le nostre sei domande tuttora senza risposta.

  • Nell’ultimo periodo vari musicisti hanno revocato la loro iscrizione alla Siae o non si sono iscritti affatto, motivando così questa scelta: pratiche burocratiche troppo complesse e lunghe da espletare, scarsa informatizzazione dei servizi, difficoltà nel ricevere risposte adeguate alle richieste di informazioni, costi troppo alti a fronte di ricavi troppo bassi, iniquità nella redistribuzione dei proventi, scarsa trasparenza nella gestione, impossibilità di essere completamente liberi dalla Siae anche qualora si revochi l’iscrizione. Come replicate a queste critiche? Pensate siano fondate? Valutate che ci siano aspetti del vostro operato da migliorare o cambiare?
  • Vari artisti hanno scelto di farsi tutelare da collecting society estere, cosa pensate di questa opzione? La ritenete un fallimento?
  • Cosa pensate del modello copyleft e della condivisione di materiali esenti da diritti d’autore?
  • Molti auspicano la fine del monopolio della Siae sui diritti d’autore, come valutate questo scenario?
  • Gestori di locali ed organizzatori di eventi che si occupano di realtà di piccole dimensioni oppure per volontariato o a scopo sociale, lamentano l’impossibilità di sostenere i costi imposti e gli adempimenti burocratici richiesti dalla Siae e questo finisce col soffocare sul nascere o far morire in breve tante piccole realtà culturali che in questo momento di crisi andrebbero sostenute ed aiutate a proliferare, cosa rispondete?
  • Il fatto che il vostro operato si basi su una legge del 1941, a vostro avviso rende obsoleto l’apporccio alle attuali esigenze degli autori? Ritenete che sarebbe necessario un aggiornamento della normativa? Come vedreste in questo senso un intervento dell’Ue?

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